LA “VASCA DA BAGNO” DETTA OPTIMIST
Con l’Optimist e le regate dei miei genitori… (tutto sommato erano sempre loro i primi a svegliarsi la domenica mattina, pronti per la “trasferta”) si esplorò l’Italia e si fece la prima conoscenza con la squadra nazionale. I miei compagni di giochi – leggi i miei avversari in regata – avevano nomi comuni come Lorenzo, Sabrina, Federica, Michele… Se però aggiungiamo i cognomi li ricordiamo meglio: Bressani, Landi, Prunai, Paoletti. I raduni delle squadre si svolgevano a Livorno; quante volte abbiamo trascinato i carrellini sull’asfalto nero del Centro Beppe Croce e quanti pranzi al sacco abbiamo diviso con Hombre, il padrone del centro. Era il cane più amato dai ragazzi, sempre a scodinzolare tra le barche, sapeva tutti i segreti dei bimbi. Molte regate si facevano sul lago di Garda, ma ci si spostava anche nel profondo sud. Ho una bellissima immagine nella mente: il campionato italiano a San Vito Lo Capo, la spiaggia attirava la mia curiosità e così portai a casa una bottiglia di plastica da 2 litri piena di sabbia, in compenso dimenticai il mitico salvagente HH a strisce verticali rosse bianche e blu sul muretto. Le regate!? Proprio non mi vengono in mente. La pista da risciò, quella l’ho impressa bene nella zucca. Si facevano giornalmente le gare di corsa, tutte le sere, ovviamente a luci spente, con inevitabili scontri e rovesciamenti, “morti e feriti”. Ricordo anche il campionato italiano a Termoli. Avevamo messo la nostra grande tenda verde veranda, una cosa di gran lusso che usiamo tuttora nelle trasferte, sull’argine del fiume ed assieme ad altri genitori e concorrenti ci apprestavamo alla cena. All’improvviso si sentì la voce del padre di Giulietti gridare al figlio di gettarsi nella tenda e prendere il topo che si era nascosto all’interno. Poi, per tranquillizzare i numerosi curiosi che si erano messi a guardare la grande mole di cuscini, sacchi a pelo, asciugamani che venivano scaraventati fuori, aggiunse che il figlio era stato vaccinato per qualsiasi malattia. Andai al Campionato Italiano ad Alassio dove Roberta (Zucchinetti) era l’astro nascente e partecipai ad altri campionati. Poi però l’Optimist era diventata una barca troppo piccola per una dodicenne alta 1m e70 con 56 kg e bisognava andare a cercare qualcosa di diverso.